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photo : ISHINKI

Kan Yasuda: maestro di sapienza e di bellezza


"Minimalismo" ed "Animismo": basterebbero due parole per definire l'arte di Kan Yasuda, due parole che - prima di essere chiavi di critica estetica - sono concetti filosofici ed anche religiosi.

Minimalismo, in arte, vuol dire ridurre il linguaggio all'essenziale, al "minimo" appunto. Basta poco per significare pensieri ed emozioni. I poeti giapponesi dei grandi secoli sapevano comporre poesie perfette - di pochi versi e di poche parole - per descrivere il fiocco di neve, il fiore di ciliegio, l'ombra delle nuvole sull'erba nel plenilunio d'Agosto, il guizzo del pesce nell'acqua. Yasuda realizza forme pure, depone nelle città, con umiltà ed attenzione infinite, segni di immodificabile assolutezza.

Le opere di Yasuda - ecco l"Animismo" condizione profonda anche quando inconscia della cultura orientale - si collocano nello spazio come presenze vive e in un certo senso sacre. Sembrano chiedere al riguardante contemplazione e silenzio.

Un dio, probabilmente, abita gli oggetti in marmo di Yasuda: il sasso levigato che sta in mezzo alla Piazza della Signoria, le enigmatiche cornici (o forse ideogrammi) che dal lato degli Uffizi inquadrano il "Davide" di Michelangelo e la Fontana dell'Ammannati, la nicchia abitabile di fronte a Palazzo Strozzi, la valva che si schiude in asse col portone di Palazzo Pitti, a traguardare il cortile e il giardino. Con i monumenti che ho citato le sculture di Yasuda stabiliscono un dialogo umile, sommesso che, per essere inteso, richiede mente sgombra, cuore puro e uno sguardo a lunga posa. Nella scacchiera mirabile di Firenze l'artista ha collocato le pedine delle sue sculture come per suggerire un gioco silenzioso di domande e risposte.

Guardo il "sasso" di Piazza della Signoria collocato ai piedi delle statue più famose della storia dell'arte (Michelangelo e Cellini, Donatello e Giambologna) ne ammiro la finitezza e la perfezione - la stessa dei ciottoli di fiume levigati da milioni di anni - e penso che quell'oggetto è stato messo lì per onorare il "dio marmo", il bianco luminoso minerale che ha vestito di splendore la città di Firenze. È questo "Animismo" di Yasuda, la sua capacità di riconoscere e significare l'anima delle cose attraverso il segno essenziale e la forma pura. I bambini accarezzano il grande sasso e i fidanzati si fanno fotografare dentro la cornice di marmo. È un buon segno. Vuoi dire che la gente ha capito la poetica arte di Kan Yasuda, maestro di sapienza e di bellezza.


Antonio Paolucci

2001


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